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Camillo Guglielmetti, Facciata della chiesa di San Salvatore in Lauro

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Camillo Guglielmetti, Facciata della chiesa di San Salvatore in Lauro

Chiese nazionali italiane di Roma | San Salvatore in Lauro

Arte e architettura da riscoprire delle comunità europee e regionali

Alessandro Agresti

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Sorta sulle fondamenta di un antico tempio dedicato a Diana, vicino a un boschetto di allori, la chiesa di san Salvatore in lauro è ricordata fin dal XII secolo: nel Quattrocento Latino Orsini costruì l’annesso convento, nel 1591 un incendio la distrusse con la conseguente rifondazione, su progetto di Frate Domenico Palaganelli e Ottavio Mascarino. A quest’ultimo si deve la navata centrale di ispirazione palladiana, davvero unica a Roma, con coppie di possenti colonne abbinate a delimitare le cappelle e cornicioni fortemente aggettanti che configurano uno spazio monumentale e intensamente dinamico.

La facciata è invece un’opera purista terminata nel 1862 da Camillo Guglielmetti, nella quale troviamo la raffigurazione della Madonna di Loreto, dedicazione che venne approvata da Pio IX alla fine di quei lavori. In realtà la chiesa venne assegnata solo nel 1668 al Pio Sodalizio dei Piceni, divenendo chiesa nazionale marchigiana.

Ecco allora che al suo interno sono varie opere di Giuseppe e Pier Leone Ghezzi: il primo trovò fortuna nella Capitale divenendo uno dei più influenti intenditori d’arte della seconda metà del Seicento, segretario a vita dell’Accademia di San Luca e organizzatore di mostre annuali che si tenevano proprio nel chiostro della chiesa, vetrina per le collezioni più prestigiose e gli artisti più in vista del momento. Fu anche un valente pittore, come constatiamo nella trepida pala con la Pietà, così intensamente drammatica nei suggestivi sbattimenti di luce come nelle risentite volumetrie degli astanti che rendono così immanente e vivo il racconto sacro.

Ben note le doti di ritrattista, caricaturista e di fine erudito del figlio Pier Leone: nella pala con Sant’Emidio e santi dà una sua visione eccentrica e molto personale del quadro d’altare a tematica religiosa, che qui diviene una gustosa cronaca del quotidiano, con il protagonista quasi volutamente messo in posa a contrasto con la conversation piece alle sue spalle.

Varrà poi la pena ricordare le splendide pale di Alessandro Turchi detto l’Orbetto e Pietro da Cortona: quest’ultimo con la Natività licenziò una delle sue più riuscite opere pubbliche, che possiamo ancora ammirare nel luogo per il quale venne ideata, nella quale una appassionata rievocazione dell’antico si coniuga alla ricchezza del colore d’ascendenza veneta (e rubensiana) e all’acuto senso della realtà dei personaggi che popolano la scena.

Infine varrà la pena di essere ricordata la cappella Orsini, ristrutturata da un personaggio chiave della cultura e delle arti romane del secondo Settecento, quel cardinale Domenico che chiamò il suo artista di fiducia a dipingere le pale d’altare: il geniale Domenico Corvi, destinato a divenire uno dei più valenti artefici dei suoi tempi.

CHIESE NAZIONALI DI ROMA
Arte e architettura da riscoprire delle comunità europee e regionali

Sant’Antonio dei Portoghesi
Santa Maria in Monserrato
Sant'Isidoro
San Nicola dei Lorenesi
Santa Maria dell'Anima
Santo Spirito dei Napoletani
Basilica di San Marco
San Salvatore in Lauro
San Giovanni dei Fiorentini

Camillo Guglielmetti, Facciata della chiesa di San Salvatore in Lauro

Interno della chiesa di San Salvatore in Lauro

Pietro da Cortona, «Adorazione dei pastori», chiesa di San Salvatore in Lauro

Pier Leone Ghezzi, »Sant’Emidio e santi». Chiesa di San Salvatore in Lauro, sagrestia

Giuseppe Ghezzi, «Pietà», chiesa di San Salvatore in Lauro

Alessandro Agresti, 30 giugno 2021 | © Riproduzione riservata

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